Arkanian Shenron. Broadcasting from Cosmic Rays

Con Arkanian Shenron Luca Pozzi mette in evidenza la biodiversità dei fenomeni fisici al di là del concetto di materia sensibile: sottolinea l’esistenza, nello spazio e nel tempo, di correlazioni a distanza organizzate in una trama relazionale iperconnessa, in grado di collegare eventi provenienti da molteplici dimensioni. L’opera indaga la natura del tempo e tenta di decodificare messaggi provenienti dal passato per prevedere il futuro dell’Universo, presentandosi come un esemplare di animismo tecnologico che vive contemporaneamente su differenti piattaforme macroscopiche.
Arkanian Shenron è un progetto composto da una scultura in bronzo, ispirata alla figura del drago Shenron del manga Dragon Ball. La scultura, attraverso un rilevatore di particelle dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) connesso a una rudimentale intelligenza artificiale, percepisce il passaggio di muoni e li converte in messaggi Twitter. Presentata per il progetto “Una Boccata d’Arte”, l’opera è collocata a Mezzano (TN), in un cunicolo montano che approvvigiona d’acqua il paese. Per X-POST, Arkanian Shenron trova una nuova dimensione: una pagina web (www.arkanianshenron.com), centro di ricezione ed elaborazione di trasmissioni cosmiche. 
In questa sede il drago restituisce in parola le criptiche trasmissioni dell’universo siderale. I messaggi derivano da testi di filosofia con cui l’IA è stata nutrita, ampliandone i confini e il significato. 
Da febbraio 2020 Arkanian Shenron ha condiviso decine di migliaia di tweet, tracce linguistiche dell’apparentemente invisibile correlazione tra realtà differenti. Sulle pagine di X-POST, Luca Pozzi raccoglie il flusso oracolare delle prime trasmissioni di Arkanian, che costituiscono l’incipit del Libro della Genesi di Arkanian Shenron.

Luca Pozzi, [Arkanian Shenron (dettaglio scudo: Modello Standard), 2020. Scultura in bronzo, rivelatore di particelle INFN, Leds Blu, software di messagistica, AI, connessione internet, profilo twitter (https://twitter.com/arkanianshenron). 70X40x40 cm.
Luca Pozzi, [Arkanian Shenron (vista dell'installazione B-Stol, Mezzano), 2020. Scultura in bronzo, rivelatore di particelle INFN, Leds Blu, software di messagistica, AI, connessione internet, profilo twitter (https://twitter.com/arkanianshenron). 70X40x40 cm.

Luca Pozzi (1983) è artista e mediatore interdisciplinare.
Ispirato dai mondi dell’arte, della fisica, della cosmologia multi-messaggera e dell’informatica, dopo la Laurea in Pittura e le specializzazioni in Computer Graphics e Sistemi informatici, collabora con visionarie comunità scientifiche tra cui la Loop Quantum Gravity (PI), il Compact Muon Solenoid (CERN) e il Fermi Large Area Telescope (INFN, NASA).
Studiando gravità quantistica, cosmologia e fisica delle particelle, la ricerca teorica è convertita in una serie di installazioni ibride caratterizzate da sculture magnetiche, oggetti in levitazione, esperienze VR / AR e un uso performativo della fotografia basata su una straniante sensazione di tempo sospeso e multi-dimensionalità.
Il suo lavoro è stato esposto presso importanti musei e gallerie in Italia e all’estero e le sue opere sono parte di prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui il Mart di Rovereto, il Mambo di Bologna, il MEF di Torino e L’Archive of Spatial Aesthetics and Praxis di New York. E’ conosciuto per la serie fotografica “Supersymmetric Partner”, che documenta i suoi salti di fronte alle pitture rinascimentali di Paolo Veronese e per l’utilizzo di tecnologie a levitazione elettromagnetica in opere dal sapore futuristico come “Schroedinger’s cat through Piero della Francesca influence” (Museo Marino Marini, 2010), “9 Churches 9 Columns” (Moscow Biennale, 2011) e “The Star Platform” (Marrakech Biennale, 2012). Nel 2013 mette a punto il dispositivo di disegno di luce da remoto “Oracle” (DLD, Haus der Kunst, Monaco), del 2015 é la mostra “The Messengers of Gravity” (MEF, Torino), mentre del 2017 il progetto “Blazing Quasi-Stellar Object” al CERN di Ginevra. Nello stesso anno partecipa a “Documenta 14” come parte del collettivo “Eternal Internet Brotherhood” (Kassel).