OMBRA

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Ombra, il secondo volume della trilogia CATTIVA LUCE, indaga il rapporto privilegiato che da sempre lega tecnologia e soprannaturale: d’altra parte, non c’è nulla di più tecnico e tradizionale della magia, una fede appassionata nell’efficacia esatta di un sapere pratico, reso possibile da precise istruzioni e ricette raffinate. Il medium è al contempo un mezzo tecnologico di comunicazione tra umani e la persona che presta il suo corpo agli spiriti, per consentire loro l’accesso al mondo della vita. Nella maggior parte dei casi il medium è più precisamente la medium: con la scusa di dare voce a degli ectoplasmi, le donne hanno trovato un metodo sicuro e letteralmente fantastico per manifestare le proprie istanze di libertà, persino di violenza. Forse per questo, esperte nell’arte di leggere il destino e predire il futuro, sono state tra le prime a osteggiare la diffusione di macchine fotografiche e cineprese, riuscendo anzitempo a intravedere chiaramente che i loro occhi meccanici e minacciosi le avrebbero presto sostituite, rubando loro il lavoro.
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VOLUME 2: OMBRA

ZEITGEISTING FACT La scrittura di luce ha continuato nel tempo a subire cambiamenti ed evoluzioni, fino ad abitare il contemporaneo con entità fantasmatiche, ologrammatiche e algoritmiche. La storia della fotografia e del cinema delle origini è stretta a doppio filo tanto a quella delle sedute medianiche e delle esperienze del paranormale nei salotti del diciannovesimo secolo, quanto a quella delle illusioni spiritiche (dalla lanterna magica alle varie forme di fantasmagoria). Non a caso si registrano oggi nuovi e variegati fenomeni di religiosità digitale e di tecno-animismo, oltre a una generale tendenza a considerare come opaco e magico anche il funzionamento dei dispositivi di uso comune. Ombra, il secondo volume della trilogia CATTIVA LUCE, indaga il rapporto privilegiato che da sempre lega tecnologia e soprannaturale: d’altra parte, non c’è nulla di più tecnico e tradizionale della magia, una fede appassionata nell’efficacia esatta di un sapere pratico, reso possibile da precise istruzioni e ricette raffinate. Il medium è al contempo un mezzo tecnologico di comunicazione tra umani e la persona che presta il suo corpo agli spiriti, per consentire loro l’accesso al mondo della vita. Nella maggior parte dei casi il medium è più precisamente la medium: con la scusa di dare voce a degli ectoplasmi, le donne hanno trovato un metodo sicuro e letteralmente fantastico per manifestare le proprie istanze di libertà, persino di violenza. Forse per questo, esperte nell’arte di leggere il destino e predire il futuro, sono state tra le prime a osteggiare la diffusione di macchine fotografiche e cineprese, riuscendo anzitempo a intravedere chiaramente che i loro occhi meccanici e minacciosi le avrebbero presto sostituite, rubando loro il lavoro. Dato il diffondersi progressivo dell’immagine in tutti gli ambiti del quotidiano, si è consolidato il nostro rapporto intimo con l’aldilà. Una fotografia è sempre l’immagine di un morto, che al contempo cristallizza e uccide ciò che vive (lo immortala) e che perciò ci mette a contatto con ciò che non c’è più. Il contemporaneo è il risultato della stratificazione di una grande varietà di tracce mnestiche, viviamo immersi in più passato che presente: un mio ritratto fissa nel tempo quello che non sono più e lo stesso vale per tutte le forme di registrazione, testi e messaggi vocali, oracoli pret-a-porter provenienti dal passato prossimo. Le abitazioni contemporanee sono case abitate da tecno-fantasmi e dalle voci metalliche degli assistenti vocali a cui ci affidiamo per i compiti più basilari. I dispositivi che portiamo tra le mani o che teniamo indosso, retroilluminati, rumorosi, vibranti sembrano essere disposti a una totale comunicazione con i loro proprietari, si mostrano in interfacce semplici da interpretare che facilitano l’azione, immagini di agile lettura. D’altra parte, mentre mostra lo schermo nasconde, garantisce alla macchina una zona d’ombra e genera una membrana che esclude e protegge il suo utente. I meccanismi più intimi e profondi che ne determinano il funzionamento risultano opachi ai più. A questa opacità corrisponde un alone di mistero che, dato che svolgiamo la maggior parte delle nostre attività per tramite del digitale, si posa in effetti su quasi ogni oggetto di uso comune. L’ombra è sospesa tra il buio profondo e la luce piena del sole. L’ombra è un compromesso, la via di mezzo. È il medium per eccellenza, che apre all’Altro, allo sconosciuto, all’alieno. Come la fiaba, l’ombra è falsa e vera a un tempo. Fa paura, può imbrogliare, ma è anche il contesto perfetto per prendere tempo, umbratile, ma gravido, dove pullula la vita, un sottobosco. In particolare, Ombra si concentra sulla dimensione magica e misterica che caratterizza gli strumenti di produzione dell’immagine contemporanea, fin dalla loro nascita. Il volume è composto da sette saggi teorici, due contributi di natura visiva, una traduzione inedita – estratto di uno script performativo – un testo critico che accompagna la cover artist e una collaborazione speciale, nata dall’incontro tra TBD e il Museo Casa Mollino.